Ad un certo punto della vita, in molte coppie, nasce il desiderio di avere un figlio.
Da quel momento, la coppia inizia un progetto di vita fatto di una serie di avvenimenti che la porterà a coronare il sogno di genitorialità.
Quando però questo non avviene e il desiderio non si traduce in realtà, l’impatto psicoemotivo diventa sempre più rilevante arrivando ad influenzare pensieri e comportamenti oltre alla vita affettiva e sociale della coppia.
Il vissuto psicoemotivo
Le emozioni che si provano quando non si riesce ad avere un figlio sono molto più numerose di quanto ce ne rendiamo conto anche se solitamente si contattano tristezza e dispiacere.
In realtà, la tristezza e il dispiacere sono le emozioni di cui siamo maggiormente consapevoli poiché siamo più abituati a riconoscerle.
Nella maggior parte dei casi si provano anche tante altre emozioni come rabbia, impotenza, ansia, angoscia, frustrazione, invidia, vergogna, sorpresa negativa, paura, acredine.
Ciò non significa che le proviamo tutte e insieme, ma che alcune di loro le proviamo con più probabilità e che possiamo vivere più emozioni insieme in base al nostro vissuto psicologico e situazionale.
Modi, tempi e cause del vissuto emotivo
È bene chiarire subito che stiamo parlano di un lutto, cioè di una perdita psicoaffettiva importante che, in questo caso, è la mancata fertilità.
In entrambi i casi, sia di sterilità che di infertilità, c’è una mancanza importante, un vuoto, un percepire se stessi in modo incompleto e passivo, il non poter concretizzare il proprio progetto di genitorialità.
La persona contatta l’impotenza effettiva di poter trasmettere la propria eredità genetica o di poterlo fare in modo naturale.
Dal momento in cui si apprende, questa informazione può cambiare il modo di percepire se stessi e/o il proprio partner e può iniziare il percorso di lutto, di dolore.
La coppia può provare le stesse emozioni, ma in modi e in tempi diversi oppure con modalità e tempistiche simili oppure in maniera ancora più differente o uguale.
Non esiste una linearità nel vissuto emotivo della coppia, proprio perché è composta da due persone che hanno una storia personale, un carattere, un vissuto famigliare e sociale con alcune caratteristiche simili ma con altre differenti.
Questo significa che, pur vivendo entrambi il lutto dell’infertilità o della sterilità, ogni soggetto può dare a questo evento un significato diverso e quindi viverlo in maniera disuguale all’altro.
Indagare la causa
Per prima cosa bisogna comprendere la causa del non concepimento che può riguardare la sterilità o l’infertilità.
Si tratta di sterilità quando la persona non può concepire un figlio, si tratta di infertilità quando la persona non riesce a portare a termine una gravidanza naturale con la nascita di un figlio sano.
In alcuni casi, un membro della coppia, raramente entrambi, per motivi organici o fisici (per esempio per varicocele, per malattie infiammatorie pelviche, infezioni sessualmente trasmesse, complicanze dovute all’uso di sostanze tossiche, malformazioni genitali o altro) non può o non può più avere figli.
In altri casi, non esiste una causa organica o fisica, ma sta di fatto che dopo almeno sei mesi o un anno di continui tentativi (in base all’età o ad altre situazioni) la coppia non riesce ad avere un figlio (infertilità primaria) o non riesce ad avere un altro figlio (infertilità secondaria).
È possibile che, in situazioni di infertilità, ci sia una causa psicologica; ma anche quando la causa è prettamente organica o fisica, il vissuto emotivo è rilevante.
Di fatto, nella persona si sviluppa la consapevolezza di non riuscire ad avere figli o ad averli in modo naturale e si possono attivare determinate ripercussioni psicologiche date dalla causa del non concepimento e dal percorso di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) soprattutto quando non va subito a buon fine.
Qualsiasi situazione può sbilanciare il vissuto della coppia perché il problema principale e più devastante non è, generalmente, l’infertilità o la sterilità, ma i significati che vi vengono attribuiti.
Leggi la seconda parte dell’articolo: Indicazioni psicologiche per quando non si rimane incinta
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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