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Il vissuto comportamentale del paziente oncologico o con malattia organica grave

Il vissuto comportamentale del paziente oncologico o con malattia organica grave

Dal punto di vista del comportamento, la persona ammalata generalmente tende a concentrare maggiormente la sua quotidianità intorno alla malattia e al suo trattamento.  Da un lato, ciò succede per esigenze mediche, dall’altro per motivi psicologici dovuti alle ripercussioni che i trattamenti sanitari e la consapevolezza di malattia generano nel soggetto.

Si avrà così un comportamento centrato sulla malattia:

  • Le sue giornate saranno organizzate in base agli impegni sanitari (analisi, indagini strumentali, visite mediche, medicazioni, orari delle terapie, ecc.).
  • I suoi interessi verteranno a seconda della fase di malattia e/o del vissuto psicologico:
    • sull’approfondire conoscenze sulla malattia (ricerche su internet, richieste ad amici che hanno avuto la stessa malattia, approfondimenti su tv, giornali e riviste) 
    • al contrario, l’individuo cercherà di evitare qualsiasi cosa, persone e ambienti che le ricordino la malattia (a volte anche l’ospedale e le cure se non sono più che necessari)

Comportamento in cui la persona manifesta timori relativi al dolore e alla morte

 Un altro tipo di vissuto comportamentale è quello in cui il paziente  manifesta timori relativi al dolore e alla morte, questo comportamento può avvenire:

  • in MODO DIRETTO  attraverso l’espressione, per esempio,  di lamentele, pianti,  comunicazione verbale del disagio;
  • e/o in MODO INDIRETTO  mediante atteggiamenti di rigidità, ipercontrollo,  logorrea (parlare continuamente), mutismo, dubbi sull’operato dei sanitari o di chi lo assiste, ecc.

 

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Comportamento del medico di se stesso

In varie situazioni la persona ammalata tende ad assumere un comportamento da Medico di se stesso attraverso il quale mette in discussione i consigli e le terapie mediche, adatta i trattamenti medici alle sue esigenze o in base al proprio modo di percepire gli effetti farmacologici, non si fida di chi lo cura affermando di non venir ascoltato e compreso nelle sue reali esigenze. Spesso dietro a questo comportamento ci sono vissuti esperenziali negativi con altri medici e/o forti angosce di morte inespresse o poco elaborate.

 

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Comportamento influenzato dalla dipendenza verso i famigliari

Si può anche riscontrare nel comportamento dell’individuo  l’Influenza della dipendenza dai familiari, data dal fatto che, in molti casi, il malato ha bisogno di un aiuto pratico (accompagnamento, acquisto farmaci, prenotazione visite) per il quale deve richiedere l’aiuto del proprio caro.

Il vissuto di questa dipendenza è legato alla qualità del rapporto relazionale, se c’era disaccordo oppure il paziente era abituato a prendersi cura lui stesso dei familiari l’impatto psicologico sarà probabilmente negativo e influirà notevolmente sul suo comportamento.  Es. capricci, atteggiamento risoluto, accettazione di tutto per sensi di colpa legati al fatto che i propri familiari sono condizionati nel doverlo assistere, sono solo alcuni esempi.

Al contrario, se c’era buona intesa o lontananza dovuta a impegni lavorativi o familiari, la persona ammalata si sentirà maggiormente al centro dell’attenzione dei suoi cari vivendo questa loro maggiore presenza nella sua vita in modo estremamente positivo. In questo caso e molto probabile notare anche una migliore compliance del paziente.


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Comportamento di delega al famigliare che lo accudisce (caregiver famigliare principale)

Un comportamento che si osserva tipicamente nei pazienti anziani è quello di una tacita delega su tutto ciò che riguarda l’assistenza e la cura di sé al parente che si prende maggiormente cura di lui (Caregiver principale). In questo caso, è bene sempre riuscire, per quanto è possibile in base al tipo di patologia dell’anziano, farlo collaborare alle proprie cure più che farlo assistere passivamente.

Può presentarsi anche un tipo di atteggiamento che influenza il comportamento decisionale del soggetto portandolo così alla  diminuzione della progettualità.

I fantasmi di morte legati ad una malattia come il cancro, la prospettiva di una demenza e delle altre severe ripercussioni date dalla diagnosi di Alzheimer o l’influenza sulla propria qualità di vita date da una prospettiva di dialisi influiscono notevolmente sul comportamento progettuale portando il soggetto a vivere:

  1.  Il presente = soprattutto in base alla malattia e alle problematiche scaturenti o collaterali (es.  in alcuni casi la malattia del soggetto non è l’unico evento difficile per la famiglia, ma al contempo si assistono ad altre situazioni di sofferenza come un lutto, la perdita del lavoro di un figlio, la separazione dal coniuge di un proprio familiare, ecc).
  2. Il passato = come periodo di salute e felicità ormai persi.
  3. Il futuro = come qualcosa di negativo o che non si potrà vivere oppure come qualcosa di sospeso, col quale al momento il soggetto non può fare riferimento, non sapendo come procederà la sua malattia o in che momento del trattamento terapeutico si troverà.

Un esempio in questo caso sono le vacanze oppure le celebrazioni religiose. Capita spesso che una persona ammalata si chieda se riuscirà ad andare al matrimonio del figlio oppure se riuscirà ad andare in vacanza. Queste preoccupazioni non vanno mai sottovalutate, dietro ad un desiderio che può sembrare estremamente irrilevante, rispetto alla problematica di salute, si celano vissuti di disagio circa la propria incertezza o aspettativa di vita.

SPECIFICAZIONE DI ALCUNI TERMINI

Compliance = con questo termine si indica il livello di adesione del paziente alle prescrizioni mediche e di collaborazione, per quanto concerne il proprio trattamento, con i sanitari e la struttura.

Caregiver principale = è il familiare che si occupa in modo preponderante o assoluto dell’assistenza del parente ammalato. Nel caso la persona che assiste l’ammalato non sia un parente si parla allora di caregiver volontario (se è un operatore che assiste il paziente in regime di volontariato) o di cargiver professionale (se è un operatore professionista che assiste il paziente per lavoro).


N.B. Questo brano è una parte dell’articolo IL VISSUTO PSICOLOGICO DELLA PERSONA AFFETTA DA CANCRO O CON MALATTIA ORGANICA GRAVE Con accenni anche al vissuto dei familiari e degli operatori


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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it

 

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