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Il rapporto con il proprio corpo nelle donne operate al seno

Il rapporto con il proprio corpo nelle donne operate al seno
Si ringrazia vivamente l’artista Andrea Crostelli per aver gentilmente concesso la pubblicazione della sua opera per il mio articolo.

L’aver subito un intervento chirurgico al seno può riflettersi sul rapporto che abbiamo col nostro corpo e con il nostro modo di viverlo.

Nelle donne operate al seno a volte accade che un intervento di quadrantectomia, pur non modificando in modo estremamente evidente l’aspetto fisico (oggi gli interventi chirurgici mirano anche a tutelare il più possibile l’aspetto estetico) comporti modifiche della postura, del modo di camminare e/o di muovere il braccio omolaterale l’intervento. Quanto appena espresso avviene in mancanza di cause fisiche, come per esempio un linfedema (il rigonfiamento del braccio a causa di un blocco o di una compromissione del sistema linfatico).

Perché un intervento al seno può cambiare il modo di vivere e di percepire il proprio corpo?

Una motivazione può essere data dal fatto che l’intervento va a variare una conformazione fisica che ha anche significati simbolici molto importanti e soggettivi.

A livello emotivo vi possono essere cause diverse, solitamente i motivi riguardano la paura di cadere e di sbattere sopra la mammella operata o il voler proteggere il proprio seno (ciò comporta anche l’assunzione di determinate posture) per la preoccupazione di poterci urtare contro.

In altri casi, vi sono motivazioni inconsce che portano la donna a non riuscire ad alzare liberamente il braccio omolaterale l’intervento, nonostante la fisioterapista non valuti un motivo fisico possibile per tale limitazione.

Nelle donne operate al seno si possono riscontrare anche atteggiamenti volti a non contattare la propria nuova corporeità, soprattutto nei primi mesi dall’intervento chirurgico. Ciò fa sì che alcune donne non si guardino il seno per un determinato periodo e, a volte, arrivino a non togliersi il reggiseno o la canottiera quando fanno la doccia.

Nella mia esperienza, è capitato di incontrare una signora che aveva tenuto questo atteggiamento  per circa sette anni.

Perché si attivano determinati vissuti psicologici?

Come è sempre la mia prima risposta, i motivi possono essere tanti, l’importante è sempre ascoltare chi si ha davanti e non esprimere mai nessun giudizio.

Il rapporto col proprio corpo è qualcosa di estremamente intimo e complesso, soprattutto quando parliamo di parti anatomiche che hanno anche significati simbolici importanti nella nostra cultura. Il seno è la parte della donna che nutre il proprio figlio, ma è anche la zona corporea fra le più identificate con la seduttività oltre ad essere la parte femminile per eccellenza.


Il seno è anche una parte del corpo esterna, la cui modificazione diviene subito visibile.


Durante la nostra vita il corpo si modifica spesso, ma ciò avviene quasi sempre in modo graduale. Nei casi in cui  tale cambiamento risulta immediato oppure, pur essendo avvenuto gradualmente arriva il giorno in cui ci guardiamo allo specchio e ci rendiamo conto di essere molto cambiati, allora ciò può comportare mutamenti importanti nel modo di viverlo e di percepirlo.

Di fatto, con la maturità fisica raggiungiamo una sorta di status corporeo che introiettiamo così tanto che a volte ci compriamo un vestito, una maglia o un calzone senza neanche misurarlo.

Ma che succede quando la nostra immagine cambia?

Ci vuole del tempo prima che mentalizziamo la nuova corporeità, anche se il nostro corpo tornerà o è rimasto simile a prima, ma sappiamo che in qualche modo è stato modificato, e questo lasso di tempo è collegato in modo molto stretto al percorso di accettazione della causa di questo cambiamento fisico.

Come intervenire?

  1. Iniziare ad accettare il cambiamento. La prima cosa importante è la nostra salute, il resto si rimedia.
  2. Recarsi presso un negozio di intimo o di prodotti sanitari per trovare il reggiseno più adatto.
  3. Evitare vestiti troppo attillati, se pensiamo che la diversità del seno si possa vedere.
  4. Se continuiamo a viverla come un problema, allora cerchiamo una psicologa che possa ascoltarci e sostenerci in questo momento. Ci aiuterà ad accettare questa situazione. Probabilmente il non accettare la nuova conformazione del seno può essere collegata ad una non piena accettazione della malattia. Non temiamo di chiedere un supporto, per una volta saremo noi a ricevere aiuto invece che a donarlo!

 

Chi fosse interessato può approfondire i vissuti emotivi e il modo per gestirli nel:

Libro ed E-BOOK  La conoscenza e la gestione delle emozioni del paziente del caregiver famigliare e dell’operatore Laura Pedrinelli Carrara edito da Streetlib 2016. Il link va direttamente nella pagina di approfondimento del libro.

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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it
pedrinellicarraralaura@gmail.com

 

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