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L’amore captativo e l’amore oblativo

L'amore captativo e l'amore oblativo

L’amore captativo e quello oblativo rappresentano due modalità di provare affetto che assumiamo spontaneamente verso l’altro.

L’amore captativo

Quando siamo bambini, l’affetto è solitamente vissuto con l’ottica del ricevere, siamo abituati a ottenere mille attenzioni e ci sentiamo al centro del mondo. Il nostro modo di amare è di tipo captativo perché centrato sui nostri bisogni e sul percepire l’altro come funzionale per il nostro benessere. Non immaginiamo che l’altro abbia esigenze diverse, la nostra felicità affettiva nasce dal fatto che l’altro soddisfi i nostri bisogni, l’altro è parte di noi e non una entità a se stante.

Ci sentiamo maggiormente amati in base a quanto il nostro genitore o altro familiare in primis riesca a fornirci attenzioni, affettuosità, generosità, giocosità e coinvolgimento. Tutto questo diventa sinonimo di amore, che sarà per noi tanto più grande quanto più riceveremo, in frequenza e in qualità, questi aspetti. L’altro è vissuto come qualcosa che ci appartiene, ma che allo stesso tempo temiamo di perdere e questo ci rende insicuri e bisognosi di continue conferme affettive.

In base a ciò e a come il nostro bisogno di affetto è stato soddisfatto, crescendo potremo rimanere ancorati ad un tipo di amore captativo oppure evolvere verso una capacità di amare di tipo oblativo.

L’amore oblativo

Amare in modo oblativo significa voler bene senza aspettarsi nulla in cambio, instaurare relazioni affettive nelle quali ci sentiamo sicuri e quindi non proviamo in modo elevato sentimenti di gelosia. Un esempio è, generalmente, l’amore del genitore verso il proprio figlio.

L’amore oblativo è il classico amore incondizionato, è quello che iniziamo a provare quando amiamo veramente una persona perché l’accettiamo per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti senza volerla cambiare; riconosciamo al nostro partner le sue esigenze diverse dalle nostre e non per questo meno importanti, non basiamo l’affetto sui nostri bisogni ma sul bene comune.


Amiamo oblativamente quando arriviamo a rinunciare a qualcosa, a volte anche al partner stesso, per assicurarci il suo stesso bene.


Ciò non significa che l’amore oblativo sia un amore sacrificale!

Se amare l’altro comporta continui sacrifici forse il nostro partner ci sta chiedendo troppo o non ci ama abbastanza.

Il ritorno all’amore captativo

Nell’ultima fase di vita, quando il numero dei nostri anni è estremamente elevato, spesso torniamo a riprovare l’amore captativo. Tendiamo così a legarci affettivamente di più alle persone che si prendono maggiormente cura di noi, quelle che rappresentano dei punti di riferimento per la nostra sopravvivenza.

A prescindere dal percorso psicoaffettivo dell’individuo, queste due modalità di provare affetto possono essere presenti entrambi e manifestate in periodi diversi della nostra vita adulta verso le stesse persone (per esempio, inizialmente ho un amore verso il partner di tipo captativo e poi col tempo il mio affetto verso di lui/lei evolve divenendo oblativo).

E’ anche possibile provare le due modalità affettive nello stesso momento esistenziale, ma diversamente in base alle persone a cui sono rivolti (posso amare i miei genitori in modo oblativo e il mio partner in modo captativo) molto dipende dal significato che attribuisco all’oggetto del mio amore.

In una coppia queste due modalità di amare possono incontrarsi o scontrarsi.

Se un partner ama in modo oblativo e l’altro in modo captativo, il secondo esigerà sempre tanto dal primo ottenendo spesso soddisfazione, mentre chi ama in modo incondizionato non si sentirà altrettanto amato e potrà soffrire dei comportamenti possessivi del partner, dato che l’altro focalizza l’affettività sul ricevere più che sulla spontaneità del gesto.

Un partner captativo è spesso un partner particolarmente geloso che mette a dura prova la relazione con le proprie insicurezze e il bisogno di conferma di essere amato.

Nel caso di due partner captativi è possibile che si crei grande comprensione perché entrambi hanno la stessa capacità di amare, lo squilibrio lo può creare se uno dei due è più bisognoso dell’altro di conferme affettive o se prova una gelosia troppo elevata che a volte può sfociare nella gelosia ossessiva.

In quest’ultimo caso  il partner più esigente non si sentirà mai abbastanza considerato oppure l’altro potrà sentirsi messo continuamente alla prova, “soffocato” e non realmente amato.

Quando invece l’amore oblativo è provato da entrambi i partner è sicuramente una relazione molto più equilibrata e si basa spesso sulla piena fiducia  che nasce non dalla prova continua di amare o dal desiderio di possedere l’altro, ma dalla consapevolezza del proprio amore verso l’altro e di quello del partner verso di sé e dalla felicità di ognuno nel raggiungere il bene dell’altro.

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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
formata in Sessuologia
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it

pedrinellicarraralaura@gmail.com

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