L’esercizio di esplorazione tattile è una attività sia per persone anziane, che vogliono sollecitare le loro abilità mentali, sia per persone che hanno avuto problematiche a livello cerebrale e devono stimolare l’attività cognitiva, sia per persone con un basso grado di demenza o con difficoltà lievi a livello intellettivo.
Questo esercizio è importante per stimolare le abilità cognitive in generale e soprattutto: il ragionamento, la memoria, il linguaggio, l’attenzione, la percezione tattile, la manualità.
STRUMENTI:
- Per la prima volta: 5 oggetti molto conosciuti dalla persona.
Successivamente: si potrà inserire un oggetto meno conosciuto al posto di uno molto conosciuto.
Di seguito: gli oggetti meno semplici potranno essere anche due o tre in base alle capacità dell’individuo. - Un sacchetto di stoffa o di plastica non trasparente che si chiude con un laccio in modo da non far uscire o intravedere l’oggetto mentre lo si sta manipolando. La misura di un foglio A4 è perfetta. Anche i sacchetti di stoffa o di Tessuto Non Tessuto che troviamo quando compriamo una borsa possono essere idonei se non sono troppo grandi.
PROCEDIMENTO
STEP A
Prendere 5 oggetti presenti in casa che la persona anziana conosce bene. Alcuni esempi possono essere: un paio di occhiali (magari da sole, evitare oggetti che si possano rompere facilmente), un cucchiaio, una spugna, un rotolo di carta igienica (se ovviamente la usa autonomamente), una pallina, una ciabatta di plastica tipo da piscina. È importante che ogni oggetto possa essere manipolato senza comportare alcun dolore o ferimento, senza che possa rompersi e che, essendo nascosto da un panno, possa essere riconoscibile al tatto. Se, per esempio, inserisco un tovagliolo sarà difficile riconoscerlo.
STEP B
Prendere un sacchetto di stoffa o di plastica non trasparente e inserire dentro un oggetto fra quelli preparati.
STEP C
Informare la persona che si svolgerà una attività molto divertente dove dovrà riconoscere soltanto con il tatto, quindi con le mani, l’oggetto che voi avete nascosto dentro al sacchetto chiuso. Poi, dargli il sacchetto chiuso con dentro l’oggetto e stimolarlo a cercare di capire (ovviamente utilizzando soltanto le mani) di che cosa si tratti, dato che non potrà vederlo.
È molto importante che non si dia la soluzione se la persona non scopre subito il nome dell’oggetto, ma si stimoli ulteriormente l’attività giocosa chiedendogli delle informazioni sempre più specifiche in merito e dandogli degli indizi come:
“Prova a toccarlo con entrambi le mani e poi dimmi che cosa potrebbe essere”.
(Se non ha riconosciuto l’oggetto) “Come è fatto questo oggetto?
(Se fa fatica a rispondere alla domanda precedente) “E’ morbido, è duro, è lungo, è corto, può essere di gomma o di plastica o di cartone?” La persona risponderà e allora si può chiedere: Quindi se è morbido, rigido e di forma lunga che cosa può essere?
(Se continua a non riconoscere l’oggetto) “Prova a sentirlo meglio, a che cosa altro può assomigliare?”
Esempio di aiuto senza soluzione su oggetto che è una pantofola e l’anziano risponde che è un guanto rigido:
“Mi hai detto che è un guanto rigido, potrebbe invece essere qualcosa che riguardi i piedi?”
(Se la persona ancora non sa la risposta) “Che cosa si indossa ai piedi che può essere dentro questo sacchetto? E’ una cosa sola, di solito sono due perché abbiamo due piedi”
(Se la persona ancora non sa la risposta) “Che cosa mettiamo ai piedi quando togliamo le scarpe e vogliamo stare comodi?
Ricordiamoci sempre che dobbiamo aiutare l’individuo a trovare la soluzione e non dargliela noi, sarà per lui frustrante se non riesce a rispondere e siamo noi a dirglielo, per questo vanno date le informazioni a mano a mano che studia l’oggetto e che non trova la risposta giusta.
Solo se proprio non riconosce l’oggetto allora dargli la soluzione aggiungendo che è stato bravo comunque perché era davvero difficile. Il gioco non deve diventare un evento frustrante e non deve mai sentirsi sotto esame. In questo caso si potrà sottolineare che aveva compreso che l’oggetto era morbido e che era lungo. Insomma, sarò importante far comprendere all’individuo che anche se non ha riconosciuto totalmente l’oggetto aveva riconosciuto degli elementi importanti.
Fondamentale sarà iniziare la prima volta che si svolge questa attività con oggetti che conosce alla perfezione e che utilizza molto spesso in modo da poter riconoscere gli oggetti nascosti dentro al sacchetto chiuso con facilità.
Le volte successive si cambieranno gli oggetti inserendo uno meno semplice da riconoscere e la volta successiva saranno due quelli più complicati. Il numero degli oggetti difficili sarà sempre proporzionato alle capacità mentali dell’individuo e quindi alla presenza in modo più o meno rilevante di demenza o di deficit cognitivo.
Lasciarne sempre però almeno due oggetti facili, in modo da incentivarlo a svolgere il gioco. Se un oggetto proprio non lo riconosce, poter riconoscere facilmente quello dopo non lo farà sentire incapace ma sarà l’oggetto precedente a essere stato davvero troppo arduo da individuare.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it