Attualmente, sempre più coppie hanno problemi di sterilità oppure di infertilità primaria o secondaria, per questo motivo molte persone si trovano ad intraprendere un percorso medico per poter dare alla luce un figlio.
Purtroppo, culturalmente subiamo ancora l’influenza di una vecchia credenza per cui era la donna la causa dell’infertilità di coppia. Diversi regnanti lasciarono le mogli perché non procreavano, fino a che trovarono la moglie più astuta che diede alla luce i figli tanto bramati attraverso però l’aiuto di un partner nascosto.
Questa continua credenza porta le donne a mettersi subito in discussione, mentre l’uomo spesso aspetta i risultati della sua compagna invece che muoversi contemporaneamente. Cosa che sarebbe anche utile dato che in molti casi la coppia richiede aiuto dopo un lungo percorso temporale passato fra il provare ad ottenere una gravidanza spontaneamente e poi l’elaborare la scelta di ricorrere all’intervento medico. In molti casi, l’età della coppia è già vicina o superiore ai quarant’anni e questo diventa un ulteriore frustrazione per i partner che avvertono una difficoltà ulteriore al loro già rilevante problema.
Ma anche nei casi in cui la coppia è giovane, nella mia esperienza sono sempre più frequenti le coppie under 30, ci sono importanti ripercussioni psicologiche. Ci si sente ancora in un’età fertile in cui questi problemi non dovrebbero esistere e, nel frattempo, nelle proprie relazioni amicali sbocciano diverse maternità o le coppie hanno già figli. L’ulteriore frustrazione è data dal fatto che, quando si frequentano questi amici, gli argomenti vertono spesso sui figli già avuti o in procinto di nascere con conseguente rifiuto della coppia non fertile a continuare quelle frequentazioni oppure a cercare di limitarle il più possibile.
In alcuni casi, la donna si trova da sola ad affrontare un periodo di vita sicuramente impegnativo dal punto di vista psicologico e fisico perché il partner non vuole mettersi in discussione o rifiuta di procedere altrimenti. Anche quando la coppia decide per un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, non sempre l’uomo supporta la donna nel condividere il problema a livello psicologico e quindi di effettuare anche lui un percorso che sia individuale o di coppia.
Perché è importante il percorso di supporto psicologico
Il percorso psicologico aiuta la persona ad ottenere un supporto specifico che l’aiuti a lenire i livelli di ansia e di paura che si sviluppano, generalmente in queste situazioni. Inoltre, l’infertilità o la sterilità comportano vissuti emotivi disfunzionali che si ripercuotono sulla propria autostima e sull’immagine di sé oltre che sul modo di interagire con gli altri e con se stessi.
E’ importante anche sostenere la donna, o la coppia, nei momenti più critici del percorso medico assistito per riequilibrare l’assetto emotivo così importante per il benessere personale e per il raggiungimento dei risultati.
Anche nei casi in cui la donna non seguisse un percorso medico di procreazione medica assistita , ma risentisse di ulteriori tentativi spontanei non andati a buon fine, è basilare un approccio professionale per limitare l’umore depresso o i livelli di stress e ansia elevati che possono minare, oltre che la salute della persona, l’ottenimento della gravidanza.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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