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Trovare l’altra metà della mela non è sempre facile, ma prima o poi incontriamo una persona che ci fa innamorare e con cui decidiamo di iniziare a convivere.
Nel tempo, però, si possono innescare determinati comportamenti che poco a poco minano la relazione allontanando sempre più i due partner.
Quali sono i comportamenti che minano la relazione di coppia nella convivenza?
1.La sindrome della massaia perfetta
Mi è capitato, un’estate in spiaggia, di ascoltare due persone parlare. Erano un uomo e una donna di mezz’età; pensavo inizialmente fossero due coniugi, in realtà erano cognati, lei era la sorella della moglie. L’uomo si stava lamentando con la cognata per l’assenza della moglie, che invece di venire al mare con lui e la sorella aveva preferito restare a casa per fare le pulizie. Rammento il suo profondo dispiacere per non avere la compagna accanto, cosa che succedeva tutte le domeniche mattina.
La sindrome della massaia perfetta riguarda il bisogno di sentirsi brava perché questo ha una ripercussione sulla propria autostima. Della serie :”Se tengo la casa perfetta sono una brava moglie e quindi non vengo criticata; ciò significa che vado bene, che vengo ben considerata, che vengo accettata e amata, che faccio il mio dovere”.
Purtroppo, questa ricerca di perfezione fa mettere in secondo piano la coppia, creando spazi di distanza fra i partner come nell’esempio della spiaggia oppure di quando uno guarda la tv e l’altro/l’altra pulisce.
La sindrome della massaia perfetta fa mettere il bisogno di sentirsi utile ed efficace prima dell’armonia di coppia creando momenti di distacco fra i partner. L’altro, generalmente l’uomo, si sente non considerato, non visto. Le esigenze di pulizia sono più importanti di lui, del tempo da passare insieme.
Non si tratta della sindrome della massaia perfetta quando:
- Le pulizie di casa sono solamente una scusa per tenere lontano un partner che non si ama più o con cui ci sono importanti incomprensioni.
- Le pulizie sono comportamenti ripetuti nella persona che non riesce a limitarli poiché teme di perdere il controllo dell’igiene della casa. In questo caso, si tratta sovente di comportamenti su base ansiosa o che riguardano una certa rigidità caratteriale, che portano ad atti compulsivi e che andrebbero comunque presi in considerazione.
Cosa fare?
Imparare a lasciare un po’ più andare, rendersi conto che è meglio divertirsi col partner piuttosto che allontanarsi da lui per dimostrare al mondo (al partnere, ai famigliari, ecc.) quanto siete brave a tenere pulita la casa.
Rendetevi conto che nessun ordine perfetto potrà mai essere più appagante di passare del tempo in armonia col vostro partner e che la vostra relazione e autostima non può dipendere da quanto brava siete a pulire casa, semmai da quanto entrambi vi attivate per star bene insieme.
Se continuate a mettere la pulizia e l’ordine in casa prima della vostra armonia di coppia, allora iniziate a farvi qualche domanda su quanto tenete davvero alla vostra relazione o su quale disagio provate se la casa non è in perfetto ordine, perché forse potrebbe essere un vostro problema.
2. Il pranzo della domenica dai suoceri /genitori e le uscite con gli amici
Non punto il dito contro una reunion familiare, ma tutte le domeniche può creare un distacco a quella coppia che ha solo la domenica come giorno intero da stare insieme.
Soprattutto nelle coppie più datate, spesso, si sviluppano col tempo dei programmi consolidati come il pranzo dai genitori, le feste con tutti i parenti, il sabato sera con gli amici. Non si tratta certo di cattive abitudini, ma il loro perpetuarsi nel tempo, toglie l’intimità alla coppia.
Può accadere di non sapere più cosa dirsi o di non stare più bene da soli perché ormai si è abituati a interagire sempre in mezzo agli altri.
Cosa fare?
Sarebbe importante mantenere degli spazi di tempo dedicati ai due partner perché la relazione è come una piantina che va sempre accudita e mai data per scontata.
Interrompere almeno una volta al mese la consuetudine sociale per ritagliarsi uno spazio solo per la coppia è fondamentale. Spazio ricercato e condiviso da entrambi che può riguardare una cenetta romantica, una gita fuori porta o un week end da qualche parte.
Gli spazi di coppia non vanno mai eliminati o troppo limitati altrimenti si rischia di allontanarsi sempre più, di distaccarsi senza neanche accorgersene, pensando che se ci sono incomprensioni è colpa all’altro/a.
Nella coppia si è in due e in due bisogna costruire e mantenere l’armonia, se poi un partner non collabora, allora è un’altra questione.
3. Il figlio nel letto
Si potrebbe anche chiamare “il contraccettivo naturale”; far dormire un figlio nel letto coniugale o, ancora peggio, far trasferire il partner nel letto del figlio, che invece rimane a dormire con la madre, è davvero deleterio per la coppia.
Fino a quando il bimbo è un neonato o nei casi eccezionali {febbre alta, ecc.} ci può anche stare, ma tenerlo nel lettone per anni proprio no. Se succede bisogna chiedersi come va fra i partner, se questa scelta non rappresenti un escamotage per evitare l’intimità da parte di uno o di entrambi i membri della coppia.
A volte, si tratta di pigrizia o di comodità. Lasciando il bimbo nel lettone si evitano litigi o lo svegliarsi in piena notte per trasferirlo nella sua cameretta. Spesso, crollano prima i genitori dei figli e quindi ci si sveglia direttamente la mattina tutti insieme o quasi {a volte un adulto migra in un altro letto}.
È bene però sapere che il far dormire per anni il bimbo con uno o entrambi i genitori, non solo lede l’armonia di coppia e la complicità sessuale, ma produce un messaggio implicito al bambino; il messaggio riguarda il fatto che non è in grado di stare da solo. Ciò può avere ripercussioni sulla sua autostima e sulla capacità, nel tempo, di affrontare da solo le situazioni, di essere autonomo e indipendente.
Cosa fare?
Parlare insieme al proprio figlio facendogli capire che ormai è abbastanza grande per dormire da solo, si può organizzare di andare insieme a comprare qualcosa che personalizzi ulteriormente la sua cameretta, che scelga soltanto lui. Una volta data questa regola non tornate indietro, perché il bambino la metterà subito in discussione provando ugualmente a intrufolarsi nelle lenzuola. E’ importante, perciò, che i genitori siano concordi nel mantenere la regola data.
4.La cattiva comunicazione
In molti casi, col tempo si diviene sempre meno tolleranti verso i difetti, le mancanze, dell’altro. Ciò influenza la volontà e la capacità di ascolto del partner e la reciproca comprensione. Inoltre, il più delle volte, ci si confronta soltanto durante i litigi, momenti in cui tutto ciò che viene verbalizzato perde il reale valore e la sua giusta connotazione.
Alla base di questo atteggiamento c’è la lettura del comportamento dell’altro attraverso la propria interpretazione, basata sull’idea che ci siamo fatti di lui/lei. Se, per esempio, l’altro si lamenta perché faccio sempre tardi, io posso pensare che mi creda incapace di organizzarmi meglio. Per questo motivo mi sentirò non capita e non apprezzata. In realtà, magari, l’altro è dispiaciuto perché lavoro tanto e ha meno tempo per vedermi.
Cosa fare?
Confrontarsi in momenti di tranquillità. Se non ci si parla chiaramente i veri motivi non emergono e si rischia di litigare a causa di supposizioni sbagliate che però per noi sono vere.
Parlare evitando giudizi, ma basandosi sulle proprie difficoltà nell’interazione con l’altro e nel coinvolgerlo nella ricerca della soluzione. Per esempio: “Quando tu torni tardi e non mi avverti, io mi preoccupo e mi sento non considerata, perché penso che basterebbe anche soltanto un messaggio per tranquillizzarmi. Se proprio non riesci a chiamarmi o a mandarmi un messaggio, allora dimmi tu come possiamo risolvere questo problema, perché a me crea disagio e vorrei trovare una soluzione.” Un partner collaborativo si impegnerà, perché non si sentirà nè attaccato e nè giudicato, se invece fa orecchie da mercante, allora il vostro problema principale probabilmente è un altro.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
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