
La persona anziana che vive soprattutto in casa, o è ospite di una casa di riposo, tende a diminuire l’utilizzo delle proprie facoltà mentali, soprattutto quando un certo livello di demenza, la presenza di determinati problemi di salute o problematiche di deambulazione la privano di autonomia nello spostarsi e nell’interagire con gli altri. Con i recenti studi si è appreso che quanto viene perso, anche se dovuto a demenza, può essere in parte recuperato. Ovviamente ogni caso è a sé e dipende molto anche dal tipo e dalla gravità di demenza che sta sviluppando il soggetto. In generale, però, è ormai consolidato che sollecitare le abilità mentali dell’anziano aiuta a farle permanere più a lungo e a migliorare le proprie performances cognitive.
In commercio esistono vari libri per la ginnastica mentale, l’aspetto essenziale è sempre, però, quello di mantenere attivi gli anziani ma di non vicariali. Qualsiasi cosa intendiamo fare, esercizi di memoria, giochi con le carte, copiatura di forme o altro ancora, ricordiamoci sempre di non sostituirci all’anziano.
A volte pensiamo che se l’anziano non riesce a far qualcosa dobbiamo farlo noi per lui, almeno in parte, perché temiamo che si possa sentire incapace; in realtà, noi gli stiamo confermando che da solo non ce la può fare e lo abituiamo a chiedere aiuto anziché agire autonomamente.
Ciò non significa stare fermi e muti nell’attesa di una sua risposta, ma, nel caso, sollecitarlo attraverso strategie che lo aiutino a ricordare meglio o a fare meglio da solo. Per esempio, se chiedo all’anziano di colorarmi un disegno e lui afferma di non sapere come fare, io gli posso far scegliere alcuni colori che gli piacciono e poi mettere un segno con quel colore nella parte da colorare; in questo modo egli colorerà più sicuro e nello stesso tempo non si sentirà vicariato.
Per fare un altro esempio, negli esercizi di fluenza verbale, dove il soggetto deve elencare più parole possibili che iniziano con una stessa lettera alfabetica, quando succede che l’anziano non ricorda più altre parole, si può cercare di stimolarlo ricordandogli le varie categorie (“Ci sono anche i nomi di persona che iniziano con questa lettera” oppure “ci sono anche i nomi di città”) e poi utilizzare degli aiuti che stimolino la memoria semantica come per esempio: “Con questa lettera inizia anche il mestiere dove si lavora con il legno” oppure “con questa lettera inizia il nome della città capitale d’Italia”.
E’ molto più importante, a livello di progressi cognitivi, che l’anziano trovi anche soltanto tre parole, ma da solo o stimolato, rispetto a che ne dica cinque perché tre gliene abbiamo dette noi. La volta successiva magari ne dirà una o due in più e questo per lui sarà molto importante, diversamente, se vicariato, sarà più probabile che si impigrisca mentalmente sapendo che se non ricorda poi ci siete voi che lo compensate.
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Libri
- Attività di animazione con gli anziani. Stimolare la abilità cognitive e socio-relazionali nella terza età Pedrinelli Carrara Laura Ed. Erickson Trento 2013
- Una mente attiva. Percorsi di stimolazione cognitiva per la terza età Pedrinelli Carrara Laura Ed. Erickson Trento 2015
- Allenamento cognitivo a circuito Training per il potenziamento delle abilità intellettive in adulti e anziani Pedrinelli Carrara Laura Ed. Erickson Trento 2018
Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
Cell. 347/9471337
www.laurapedrinellicarrara.it
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