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Per spiegare le diverse dinamiche psicologiche alla base di alcuni rapporti famigliari, utilizzerò Il film fantastico Guardiani della galassia Vol. 2 poiché non presenta soltanto la classica storia del fumetto nato negli anni cinquanta e rieditato per il grande schermo.
Oltre agli effetti speciali, che nei film americani sono ormai una tradizione, questo secondo capitolo della saga è ricco di significati psicologici molto profondi.
L’importanza della famiglia percepita
Un messaggio molto importante è quello della differenza fra famiglia reale e famiglia percepita.
Tutti i protagonisti sono rimasti senza famiglia oppure hanno un feroce contrasto con essa, come nel caso delle due sorelle Gamora (Zoe Saldana) e Nebula (Karen Gillan).
All’interno del gruppo di supereroi si creano però dei legami affettivi talmente importanti da far verbalizzare più volte che è quella la loro vera famiglia. Anzi, proprio nelle difficoltà impareranno ad apprezzare la forza data dal gruppo e il fatto che ogni membro è pronto a sacrificarsi per l’altro.
In un’era in cui le famiglie sono sempre più frammentate e la scarsità di lavoro conduce le persone a muoversi verso altre nazioni, il messaggio che la famiglia può essere anche quella composta dai nostri amici più cari, le persone con cui condividiamo le nostre difficoltà, è rilevante e profondo.
La relazione padre – figlio/a
Nel primo episodio Star-Lord (Chris Pratt) aveva affrontato il difficile rapporto con il distacco da una mamma morta di malattia quando ancora era un bambino. Il walkman, vecchio dispositivo in uso negli anni ‘80, utilizzato per ascoltare le musicassette e con all’interno i brani preferiti anche dalla madre, è così diventato il suo oggetto transizionale poiché lo faceva sentire vicino a lei.
Nel film Guardiani della galassia 2 si approfondisce maggiormente il rapporto del protagonista col padre.
Star-Lord era stato rapito subito dopo la morte della madre e il suo rapitore invece di consegnarlo al padre, mandante di quel rapimento, lo aveva tenuto con sé sfruttandolo come ladruncolo.
Il padre di Star-Lord sembra voler riparare agli anni persi e recuperare quel rapporto così importante. Le cose però andranno diversamente, il genitore (Kurt Russel ) si svelerà nella sua vera intenzione che nulla ha a che vedere con l’affetto.
Star-Lord comprenderà che il padre che ha sempre cercato era colui che lo ha allevato, tenuto lontano dalle cattive intenzioni del padre biologico e che alla fine ha dato la propria vita per lui.
La frase del protagonista ai funerali del padre adottivo sarà :
”Ho cercato per tutta la vita qualcosa senza rendermi conto che l’avevo accanto.”
Riguardo al piccolo alberello di nome Groot, germogliato dalle ceneri del Groot albero adulto del precedente episodio, la sua presenza in versione bambino sviluppa nei protagonisti un rapporto verso di lui di tipo genitoriale.
Soprattutto nella relazione fra Rocket e Groot (nel film in lingua originale doppiato da Vin Diesel), che è sempre stata privilegiata, sarà il procione a comprendere e tradurre ogni volta tutte le affermazioni del piccoletto che a livello verbale sa dire soltanto “Io sono Groot” dando il senso alla frase attraverso il non verbale.
Rocket lo comprenderà ogni volta come soltanto un genitore vero riesce a fare col proprio bambino.
La presenza di Groot infante non fa che completare il quadro famigliare dei fantastici protagonisti.
Il rapporto fraterno
Anche Nebula, la perfida donna extraterrestre che cerca in ogni modo di uccidere la sorella perfetta, quella contro cui il padre l’ha sempre confrontata, torturandola ogni volta che falliva il raffronto, avrà modo di cambiare prospettiva.
L’amore della sorella che la salva nonostante lei abbia cercato di ucciderla e il confronto sulle colpe del padre troppo ricadute sulle figlie, farà sì che venga ristabilito il rapporto fraterno.
Spesso le aspettative dei genitori possono divenire dei veri e propri macigni per i figli e metterli, involontariamente, uno contro l’altro oppure possono far sviluppare dei taciti rancori che verranno manifestati in età adulta con contrapposizioni o allontanamenti.
Accettarsi per quello che si è
Il procione Rocket è il risultato di un esperimento di laboratorio, un animale che è stato geneticamente modificato. Molto intelligente e creativo egli però non apprezza le sue qualità sentendosi invece come un fenomeno da baraccone, un procione parlante. Questo sentimento lo rende arrabbiato e scontroso.
Il confronto con i membri del gruppo diventerà fondamentale perché sarà attraverso lo scambio con loro e per le loro attenzioni che Rocket imparerà a sentirsi amato ed accettato per quello che è veramente.
Il sentirsi amato per ciò che è, senza dare importanza a ciò che è stato fatto diventare, lo aiuterà ad accettare maggiormente se stesso e gli altri.
Questo è un messaggio importante sulla rilevanza degli affetti veri e sull’imparare ad accettarsi.
Quando il dolore fa mettere una “corazza”
Anche il personaggio di Drax il distruttore (Dave Bautista) è rilevante, con le sue frasi fuori luogo che però non offendono per la spontaneità e ingenuità con le quali vengono espresse.
Drax ha un corpo e un atteggiamento molto aggressivi e una grande rabbia dentro, sviluppata nel primo capitolo per la morte della propria amata. Nonostante il vissuto emotivo di dolore e rivalsa, emergono però le parti più intime e delicate del protagonista attraverso un’ingenuità che lo porta a produrre diverse gaffe e che dimostrano la sua parte infantile e fragile.
Questo supereroe rappresenta un po’ la dicotomia che c’è in ognuno di noi quando soffochiamo la nostra parte tenera e sensibile con una corazza che ci rende agli occhi degli altri più freddi e distaccati.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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