Nel processo comunicativo di base abbiamo:
- L’emittente: colui che invia il messaggio.
- Il messaggio: l’insieme dei contenuti che diciamo all’altro.
- Il ricevente: la persona a cui arriva il messaggio.
Ogni emittente diventa ricevente, dal momento in cui ascolta la risposta al messaggio inviato, e ogni ricevente diventa emittente quando risponde al messaggio ricevuto.
Che cosa sono gli aspetti funzionali e disfunzionale della comunicazione?
Nell’ambito della comunicazione, gli aspetti funzionali sono rappresentati dalle espressioni del linguaggio verbale e non verbale, cioè dalla lingua parlata o scritta e da quella manifestata attraverso tutto quanto non sia verbale (gesti, mimica, tono e ritmo della voce, postura, ecc), che aiutano il messaggio ad arrivare al destinatario in modo efficace ed efficiente.
Alcuni esempi sono:
¨ La chiarezza del messaggio. Una comunicazione effettuata con parole semplici ed efficaci arriva molto meglio di una comunicazione fatta utilizzando parole complesse.
¨ La sintesi. Effettuare una sintesi significa inviare un messaggio breve, ma che contenga gli elementi più importanti in modo da essere ben compreso e memorizzato.
¨ La veridicità di quanto viene espresso. A volte tendiamo a mettere le cose in una luce più brillante e positiva per renderle più facilmente accettabili, purtroppo ciò, se inizialmente produce vantaggi, successivamente tende a portare alla perdita di credibilità.
Utilizzando gli aspetti funzionali la comunicazione sarà:
- Efficace perché il messaggio è ben compreso dal destinatario.
- Efficiente perché ha soddisfatto il criterio per cui il messaggio è stato espresso, per esempio convincere un maggior numero di elettori.
Per contro, gli aspetti disfunzionali sono invece tutte quelle modalità comunicative che rendono il messaggio poco comprensibile, distorto o ignorato. Alcuni esempi possono essere:
¨ Parlare piano e veloce.
¨ Utilizzare un linguaggio troppo tecnico in un contesto non professionistico.
¨ Effettuare una comunicazione incoerente, cioè una comunicazione nella quale il non verbale non conferma ciò che è stato detto a parole. Per esempio, posso dire di credere fermamente in qualcosa, ma se non ci credo così tanto la mia mimica facciale e il tono della voce non confermeranno quanto verbalizzato, a meno che io non sia un abile mentitore, e le persone non mi crederanno. In questo caso giocano un ruolo cruciale anche le microespressioni del volto che vengono colte dall’osservatore in modo inconscio, ma consciamente producono diffidenza su quanto ascoltato.
Alcuni esempi di aspetti funzionali nella comunicazione
La chiarezza: gli argomenti sono espressi attraverso un linguaggio forbito ma non troppo tecnico, nel caso dell’utilizzo di una nomenclatura specifica essa viene subitaneamente spiegata. In questo modo, la risposta fornita risulta di più facile comprensione e memorizzazione.
La riformulazione: si riassumere il messaggio dell’altro prima di fornire la risposta. Tramite questo aspetto comunicativo si soddisfano almeno tre criteri:
a) Si prende del tempo per poter ricomporre le idee in modo più ponderato; ripetere con proprie parole e in maniera concisa quanto ha appena espresso l’altro aiuta a comprendere meglio il messaggio ricevuto e a rielaborare la risposta.
b) Si accerta di aver ben capito. Di fatto, se nel riassumere quanto ascoltato si sbaglia, l’interlocutore correggerà automaticamente gli errori o le mancanze; in questo modo, si potrà fornire una risposta più accurata e precisa.
c) Attraverso la riformulazione della domanda, si ottiene anche di poter far risaltare, qualora occorresse, i significati impliciti usati dall’altro per poter ulteriormente chiarire il suo messaggio e coordinare la propria risposta.
L’ascolto attivo: Ascoltare ciò che dice l’altro attivamente, senza interromperlo, agevola la comprensione del messaggio ricevuto, rimanda attenzione verso l’altro che a sua volta si sentirà maggiormente capito e aiuta a fornire una risposta più adeguata.
L’approccio accogliente:
Alcuni aspetti dell’approccio accogliente riguardano:
a) Mantenere un volto sorridente (non ironico e improprio) pur nel rimando di affermazioni scomode.
b) Rispondere sottolineando le risorse dell’altro e gli elementi in comune.
c) Tenere un atteggiamento cordiale ed educato.
Queste modalità trasmettono sicurezza di sé a chi osserva, mettono a proprio agio l’interlocutore o, nel caso si ponga in modo ostile, lo mettono in difficoltà perché rimandano sicurezza di sé e inattaccabilità (come una sorta di muro di gomma). In oltre, evitano alla comunicazione di trascendere con parole poco “ortodosse” o atteggiamenti troppo emotivi.
La concretezza: il linguaggio è concreto quando si basa sul frequente utilizzo di esempi chiari e semplici, presi dalla vita comune o dagli input dati dagli stessi interlocutori.
Alcuni esempi di aspetti disfunzionali nella comunicazione
Se gli aspetti funzionali appena citati rappresentano alcuni punti forti dello stile comunicativo, quelli disfunzionali possono invece produrre effetti negativi sugli ascoltatori.
Gli aspetti disfunzionali presi in considerazione sono:la prolissità, l’eccessiva autoreferenzialità, l’eccesso di comunicazione implicita.
La prolissità: per essere incisiva ed arrivare al destinatario in modo efficace ed efficiente la comunicazione deve essere concisa. In vari casi, prolungare il discorso probabilmente può aumentare il numero di informazioni da comunicare e di tempo speso rispetto all’interlocutore. Generalmente, però, provoca un calo della concentrazione in chi ascolta, risulta come un rafforzamento eccessivo di quanto viene espresso e porta alla perdita di parte dei contenuti ascoltati con una maggiore possibilità di fraintendimenti del messaggio.
L’eccessiva autoreferenzialità: per autoreferenzialità si intendono quelle risposte che contengono troppi ampliamenti e approfondimenti usati per far risaltare i propri apporti. Tale comportamento può risultare a chi osserva e ascolta come una continua o eccessiva egocentricità oltre che una possibile svalutazione dell’altro.
Eccesso di comunicazione implicita: la comunicazione implicita avviene quando il messaggio che inviamo in modo diretto ne sottende un altro indiretto. Per esempio, se sottolineiamo un atteggiamento anche se non lo giudichiamo in alcun modo, il fatto stesso che lo abbiamo trattato, e il modo col quale lo abbiamo fatto a livello non verbale, porterà l’ascoltatore a comprendere l’idea di fondo che abbiamo pur non avendola detta. L’elevata frequenza sviluppata risulta pesante per l’ascoltatore e può sortire l’effetto opposto portando la persona a rifiutare l’idea implicita che gli è stata suscitata e a valutarla differentemente o in modo contrario.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ipnotista Ericksoniana
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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