Ci sono modi di pensare che influenzano il nostro comportamento rendendolo disfunzionale. La doverizzazione è uno dei più frequenti e in questo articolo comprenderai come riconoscerlo e come evitare di rimanerne schiavo inconsapevolmente.
Che cosa è la doverizzazione?
La doverizzazione è un tipo di distorsione cognitiva che ci porta a pensare di dover fare e essere in un certo modo.
Per esempio:
- “Devo accontentare i miei genitori perché hanno fatto tanti sacrifici per me“
- “Devo essere brava al lavoro altrimenti penseranno male di me”
- “Devo tenere la casa sempre in ordine altrimenti non vado bene”
- “Devo fare tutto bene”
- Devo essere perfetta”
- “Devo telefonare sempre io alla mia amica altrimenti ci rimane male”
- “Non devo lamentarmi”
- “Non devo sbagliare”
In pratica, diamo priorità al comportamento che presumiamo di dover tenere rispetto a fare ciò che vorremmo veramente.
Il danno di questo tipo di ragionamento, se fatto spesso, è che ci porta sempre più lontano da chi siamo realmente, da ciò che ci piace, da ciò che ci rende più felici o sereni.
Tendiamo a basarci principalmente su ciò che si deve fare e col tempo dimentichiamo sempre più quello che amiamo fare.
Perché agiamo attraverso le doverizzazioni?
Alla base di questo comportamento c’è il timore di deludere l’altro e/o di essere abbandonato/rifiutato.
Spesso è una vera e propria forma mentale di gestione della propria vita: agire per soddisfare gli altri, coloro che sono importanti per noi, mettendo in secondo piano o addirittura non tutelando il nostro volere.
Col tempo rischiamo addirittura di non sapere più che cosa ci piace o ci fa stare bene, perché siamo troppo abituati a prendere in considerazione soltanto ciò che pensiamo o sappiamo di dover fare.
Possiamo anche trovarci a iper-riflettere concentrando il nostro pensiero in modo ripetitivo su quanto sentiamo di dover fare e su quanto temiamo di sbagliare.
Le diverse cause delle doverizzazioni
La causa o le cause sono da riscontrare:
- nel tipo di educazione ricevuta,
- nel modo col quale abbiamo appreso a gestire le situazioni
- nel potere che diamo alle altre persone di influenzarci ogni volta che pensiamo: “Se dico questa cosa che penserà Tizio di me?“;”Se faccio/non faccio quella cosa che penseranno gli altri di me?”.
Gli aspetti psicologici alla base delle doverizzazioni
Ci sono determinati aspetti psicologici che ci fanno permanere nel circolo delle doverizzazioni:
Il senso di colpa e di frustrazione se non adempiamo a tali obblighi. Molte persone iniziano a pensare: ” Se non lo faccio farò soffrire l’altro “;” Lui non lo fa e se io lo faccio posso sbagliare e dimostrare così a tutti di essere incompetente/di non valere abbastanza/di fallire sempre “.
Il timore di essere giudicati negativamente. Molto spesso, alla base delle doverizzazioni c’è il timore del giudizio di ipotetiche altre persone o di una persona o più di riferimento: si vuole evitare l’errore e l’essere criticati negativamente.
Il rinforzo positivo che otteniamo automaticamente ogni volta che agiamo in base al dovere, quindi in modo per noi socialmente più accettabile. Ci sentiremo nel giusto, siamo convinti che così riscuoteremo maggiori approvazioni, che incontreremo una più elevata accettazione da parte dell’altro.
La possibile presenza di iper-riflessioni, cioè di pensieri ripetitivi che ti portano a rievocare quella situazione in cui senti di dover agire in un certo modo e temi il parere degli altri.
La modificazione del carattere che viene influenzato nel tempo a stare soprattutto sul piano razionale in base ad aspettative irrazionali (che cosa penserà davvero l’altro non lo sappiamo e spesso facciamo riferimento agli altri come fossero un’unica persona mentre invece sono individui diversi con personalità diverse). Ciò si ripercuote negativamente sull’autostima e sulla sicurezza di sé.
Il tutto senza accorgerci del prezzo psicologico che stiamo pagando!
I 6 consigli efficaci per liberarti dalle doverizzazioni
Se vuoi svincolarti dalle catene del dover fare o dire è importante che segui queste indicazioni:
Consiglio n. 1
Ogni volta che sei davanti ad una circostanza in senti di dover fare/dire qualcosa: chiediti da 0 a 10 quanto vuoi davvero dirlo in quel modo o farlo, se ti dai meno di 7 significa che non vuoi o non vuoi abbastanza. Basati sulle tue sensazioni, su ciò che ti fa stare davvero bene emotivamente mentre lo svolgi e non su ciò che ti evita i sensi di colpa o ti soddisfa razionalmente perché lo hai terminato.
Consiglio n. 2
Chiediti se l’altro ti vuole bene per quello che fai per lui oppure ti vuole bene a prescindere. Se temi che ti abbandonerà se non fai/dici ciò che vuole significa che non è interessato a te ma a ciò che sei disposto a fare per lui. Risultato: non perdi nulla. Ci sono persone così tanto abituate a dare all’altro che soltanto quando hanno bisogno loro si accorgono di essere sole e che l’altro è presente solo quando sono disposte a tornare a dare. Chiediti se ha davvero senso coltivare queste relazioni: meglio pochi ma buoni, credimi!!
Consiglio n. 3
Cerca di coltivare una passione, un hobby, qualcosa che fai per il gusto di fare e non per dovere. È importante che ti giovi anche di momenti di benessere psicofisico.
Consiglio n. 4
Impara a fregartene del giudizio degli altri. Ricordati, non puoi mai sapere davvero che cosa pensano né avere il potere di cambiare i loro giudizi soprattutto se sono persone critiche a prescindere. Fai la tua vita: dai nostri errori possiamo crescere, ma da quelli fatti per compiacere gli altri trarremo solo frustrazione! Stessa cosa per le scelte giuste.
Consiglio n. 5
Cerca di lavorare sulla tua elasticità mentale. Le situazioni non sono sempre bianche o nere! Ogni volta che senti l’obbligo di dover fare qualcosa, crea più ipotesi alternative e poi fai la tua scelta.
Consiglio n. 6
Datti la possibilità di sbagliare, di avere momenti di confusione, di non essere perfetto, di fare qualcosa per il gusto di farlo a prescindere da quale sarà il risultato. Per esempio, pensa a quanto è divertente e scaricante cantare sotto la doccia!! Sai perché? Perché puoi stonare, sbagliare parole della canzone, cambiare melodia, fare ciò che vuoi senza vincoli e giudizi, ma prendendo soltanto il lato migliore di quel momento che è la leggerezza, la bellezza e la ricchezza emotiva della spontaneità.
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Dott.ssa LAURA PEDRINELLI CARRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Formatrice
Esperta nelle tecniche di gestione dell’ansia
Studio in Via Marche, 71 a Senigallia (An)
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